di Redazione - martedì 29 Maggio 2018 [Varie]
Il leone ha smesso di ruggire. Ha smesso di battere il cuore, coraggioso, di Carlo Fiorenza: se n’è andato in un giorno di fine maggio, a 70 anni, dopo una malattia vigliacca, che cancella visi e ricordi, portandosi con sé tanti pezzi importanti della storia dell’Ampezzo. Libero elegante, ma con uno spiccato senso tattico ed una propensione al senso di piazzamento, forse anche per sopperire ad una struttura fisica importante che fatalmente lo rendeva un po’ lento. Forte e coraggioso, appunto, come un leone (la definizione è di Loris Rassati, uno che di calciatori e uomini se ne intende), Carlo ha legato il suo nome a cinque scudetti della formazione biancorossa, più precisamente tre da giocatore e due da allenatore – giocatore. Sono in molti quelli che oggi, ricordandolo su Facebook, lo hanno definito “il mio primo allenatore”, ricordandone le doti tecniche ed uno spessore umano di assoluto rilievo. Anche Fulvio De Monte, attuale presidente del sodalizio ampezzano ha voluto tracciarne un breve ma intenso ricordo: “Ho incominciato a giocare a calcio con lui, nella piazza del paese: passava e si fermava a giocare con me e gli altri ragazzi. Difensore elegante e grintoso è stato il capitano dell’Ampezzo dei tempi d’oro, dall’alto di un carisma e di una personalità con pochi altri riscontri. Il nostro rapporto andava oltre il calcio e per me è stato uno degli amici più cari”.
Al figlio Mauro, attuale dirigente dell’ Ampezzo, le condoglianze da parte della redazione e dei collaboratori di Carnico.it.
I funerali avranno luogo mercoledì 30 maggio alle 14.30 presso il Duomo di Ampezzo.
15 commenti a “CIAO , CAPITANO …”
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29 Maggio 2018 alle 17:05
Ciao Carlo un bellissimo ricordo di te sia a livello calcistico che umano.
29 Maggio 2018 alle 19:17
Un bel ricordo che può solo rendere ancor più orgoglioso suo figlio Mauro.
29 Maggio 2018 alle 20:11
Ciao Carlo ti ricordo mister a Verzegnis per due anni. Gentile elegante umano. Quanta tristezza quando viene a mancare persone così.
Condoglianze alla famiglia
29 Maggio 2018 alle 20:11
Mandi Carlo …Uomo Vero e grandissimo Uomo Di Calcio..R.I.P
29 Maggio 2018 alle 20:47
Un altro pezzo di storia calcistica del calcio di montagna che se ne va. Grazie di tutto Carlo, hai fatto amare il calcio a tutti i ragazzini di Ampezzo della mia generazione. Un abbraccio a Mauro.
29 Maggio 2018 alle 21:29
Nell’estate del 1994 presi noi ragazzini (bambini) e con una serie di ritrovi giù al campo sportivo ci feci conoscere il calcio da zero (questa e l’area, quella è la porta) con una pazienza disarmante. Gli “allenamenti” erano fini a se stessi in quanto non partecipavamo a nessun campionato. La tua passione e la concomitanza di USA ’94, con la nazionale trascinata in finale dal Divin Codino, mi fece diventare pazzo per questo sport. Posso solo dirti grazie per tutte le soddisfazioni che nel mio piccolo mi sono preso e (anche se i tempi ed il livello sono molto cambiati) oggi porto con orgoglio quella fascia che un tempo era tua. Penso che un GRAZIE sia riduttivo per tutto quello che (indirettamente) mi hai dato. Riposa in pace Carlo
29 Maggio 2018 alle 22:58
La foto che compare nell’articolo è tratta dal libro che il sottoscritto e Renato Damiani scrissero nel 2005 in occasione del 75° anniversario di fondazione della società biancorossa. In quella foto Carlo mi raccontava il “suo” Ampezzo con un passione ed una dovizia di particolari davvero incredibili. Dopo quella specie di intervista restammo ancora a parlare per un bel pò perchè era difficile staccarsi da una persona così “ricca”, così appassionata e soprattutto così riconoscente a chi gli stava dando la possibilità di ricordare la giovinezza. Questa cosa gli deve essere sembrata straordinaria, perchè chiese di mettere nelle pagine che lo riguardavano una foto di noi che parliamo. Questa foto, da oggi, assume un valore particolare. Conoscerti e parlare con te è stato un privilegio, capitano …
29 Maggio 2018 alle 23:12
Solo due parole….UN SIGNORE!
30 Maggio 2018 alle 07:56
Grazie a tutti per le parole a ricordo di mio padre,sarebbe commosso anche lui da tutto questo affetto che gli state dimostrando
Grazie ancora
30 Maggio 2018 alle 08:59
Che dire. Sei stato (assieme a Mario) il mio primo allenatore sin dai giovanissimi fino all’Under 20 e poi qualche anno anche allenatore della prima squadra. Ci hai insegnato l’ABC del calcio e i tuoi ragazzi hanno perso il campionato nel 2001 e la finale di Coppa Carnia nel 2002 contro uno squadrone come l’Arta di quegli anni. Avevamo allenatore Raffa Maisano, tutt’ora mi rimangono questi due grossi rimpianti perchè avremmo vinto con i tuoi ragazzi delle giovanili. Per me sei stato un maestro mi dicevi che ero ambidestro mi facevi giocare anche zoppo. Mi mancherai Carlo. Ti ringrazio per avermi insegnato a giocare e non solo. I 5 campionati che hai vinto che rimarranno nella storia dell’USD Ampezzo. Noi ragazzi non siamo riusciti a regalarti il sesto. Hai tenuto alto sempre il nome di una società gloriosa come la nostra.Mandi Carlo e grazie di tutto.
30 Maggio 2018 alle 12:07
Io penso che tutti i ragazzi che hanno praticato calcio ad Ampezzo e non solo sappiano (o debbano sapere) chi è stato Carlo Fiorenza anche per questo bellissimo sport.
Quelli della mia generazione hanno iniziato a dare i primi calci proprio con lui, trascorrendo le ore a calciare di destro e di sinistro sul muretto di delimitazione del
campo sportivo o con il pallone con l’elastico, a correre in punta di piedi sui sassi del Teria per imparare l’equilibrio e per rinforzare le caviglie o a correre
a slalom fra gli alberi dell’ex pineta.
Questa passione innata per lo sport ha visto Carlo Fiorenza protagonista prima come calciatore e poi come allenatore, libero elegante, potente, leale
e trascinatore del grande Ampezzo (e se non ricordo male anche allenatore del Verzegnis scudettato del 1983).
Fosse allenamento o partita Carlo ci ha insegnato in primis l’educazione, a non litigare con i compagni, a non lamentarsi con l’arbitro e soprattutto a non dire le parolacce: se ti scappava in campo un improperio ti levava subito
e ti diceva: “Ci vediamo al prossimo allenamento” senza se e senza ma. E le scarpe da calcio? Se erano sporche dall’allenamento precedente erano guai per noi!
Il campionato giocato da noi, i tuoi ragazzi nel 2001, è frutto di tutto quel lavoro che avevi fatto negli anni precedenti con i tuoi collaboratori, in primis il compianto tuo coetaneo Mario De Monte.
Mandi Carlo.
A Mauro amico dalla nascita (cavolo sono 45 quest’anno) e Loredana, le più sentite condoglianze
Alberto Spangaro e famiglia
30 Maggio 2018 alle 12:26
Sentite condoglianze a tutti i familiari.
30 Maggio 2018 alle 12:58
Bravo Alberto … un bellissimo ricordo scritto con il cuore al posto dei tasti ….
30 Maggio 2018 alle 16:45
Che belle parole AMICO mio…
Grazie Gio’
31 Maggio 2018 alle 07:29
Mandi Carlo buon viaggio…..un abbraccio a Maurone